04 | Giardini Segreti

Sarà stato troppo difficile resistere a tutto questo spazio verde, offerto cosi, proprio sotto alle proprie finestre per non sognare di avere un giardino tutto per sè. Pochi metri (a volte molto di più) per una tavola, qualche sedia, un vaso di peperoncini, rosmarino o basilico, qualche albero di fichi o di limoni e un gelsomino profumato. Un angolo privato e riservato dove chiacchierare, fumare una sigaretta, prendere un aperitivo al fresco e godersi la pace e il verde. Privilegio rarissimo a 10 minuti dal centro. 



 

Forse però l'idea sarebbe stata ancora più bella e condivisibile se non ci fossero stati cancelli e recinzioni. Se ci fosse uno spazio veramente aperto a tutti e da tutti (o dai più) curato, un orto o un giardino dove organizzare attività per gli abitanti dei palazzi, bambini inclusi, dal giardinaggio agli aperitivi e qualche cena magari, insomma un progetto collettivo e condiviso, un Community Garden.
Uno spazio godibile da tutti gli abitanti del Villaggio e soprattutto uno spazio per poter socializzare.


Ma come resistere alla tentazione del possesso?
 
 

Spesso curatissimi e nascosti, in alcuni di questi giardini sembra davvero di essere in campagna, in una dimensione altra, riservata e segreta.
 E se da un lato viene spontaneo il pensiero che lasciare questi spazi abbandonati, senza che qualcuno ne possa godere, sia un vero peccato, dall’altro c'è però la consapevolezza che chiuderli dietro un cancello non sempre è la soluzione più giusta.  

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1 Response to 04 | Giardini Segreti

  1. LUOGO INTANGIBILE, LUOGO DELL'ANIMA.
    nonostante il giardino segreto sia spesso rinchiuso entro un perimetro "privato", inarrivabile, impenetrabile, esso caratterizza fortemente lo spazio urbano, arricchendolo delle (ahinoi) sempre più rare esperienze "eteree".
    passeggiando sul marciapiede adiacente i suoni provenienti dal giardino segreto innescano vibrazioni meccaniche (del timpano), che a talvolta si traducono in vibrazioni dell'anima: voci innamorate, voci malinconiche, voci arrabbiate, voci di persone che finalmente si rincontrano, voci di persone che purtroppo si salutano... musiche e suoni che si sottraggono alle logiche televisive di esperienza voyeurista (troppo semplice, troppo immediata, spesso soporifera per lo spirito critico).
    se di fronte ad un'immagine si possono chiudere gli occhi o ci si può voltare altrove; se è possibile turarsi le orecchie per non sottoporsi a stimoli sgraditi, non è certo possibile sottrarsi al profumo.
    il profumo è inscindibilmente legato all'atto del respirare, quindi penetra dentro di noi e viene analizzato per poi essere catalogato come gradevole, sgradevole, orribile, sublime...
    il profumo, a differenza dell'immagine, non può essere celato da un perimetro, sia esso di siepi o di cemento: il profumo dilaga, irrompe nel nostro corpo per divenire esperienza.
    è per questo che il giardino segreto è, a suo modo, un patrimonio urbano inestimabile.


    Salvatore Carbone (saundsa.com)

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